Hai mai desiderato guardare le tue partite preferite in streaming, ma hai dubbi sulla legalità di questa pratica? La recente introduzione della “Legge anti-pezzotto” ha gettato nuova luce sulla questione, sollevando domande su ciò che è consentito e cosa non lo è. In questo articolo, esamineremo le implicazioni legali del guardare le partite in streaming e scopriremo cosa prevede nello specifico la nuova legge anti-pezzotto rispondendo finalmente a quella che è una delle domande più comuni che ogni giorno centinaia di utenti ci fanno sui vari social, ovvero: Guardare le partite in streaming è legale?
La risposta la troverai nei paragrafi successivi, pertanto ti consiglio di leggere questo articolo fino alla fine.
Questa nuova legge non è altro che un provvedimento contro la pirateria volta a contrastare in maniera più intensa ed efficace la diffusione e la fruizione non autorizzata di materiali audiovisivi soggetti a diritti d’autore.
Secondo il nostro punto di vista, l’unica strategia efficace per contrastare la pirateria risiede nell’abolizione del monopolio legato ai diritti televisivi. Se la Lega Serie A adottasse un approccio diverso, anziché assegnare esclusivamente a un’unica emittente i diritti di trasmissione, optando piuttosto per la creazione di un pacchetto accessibile a diverse società come Sky, Dazn, Mediaset e altre, ciò genererebbe una sana competizione all’interno del mercato. Questa concorrenza comporterebbe inevitabilmente una riduzione dei costi e garantirebbe che la qualità del servizio rimanga sempre al massimo livello.
In assenza di tale cambiamento, colui che ottiene i diritti detiene il potere di determinare i prezzi a proprio piacimento, indipendentemente dalla qualità del servizio fornito (abbiamo tutti avuto l’opportunità di constatare i problemi verificatisi durante le trasmissioni su Dazn), e proprio questo scenario spinge le persone verso la pirateria.
Indice dei contenuti
Com’era la situazione prima dell’entrata in vigore della legge anti-pezzotto?
Prima dell’entrata in vigore della Legge anti-pezzotto, la situazione legale dello streaming era poco definita. Molti utenti infatti approfittavano dei vari siti web che offrivano dei flussi illegali per vedere la Serie A gratis insieme ad altri eventi sportivi senza troppe preoccupazioni. Prima infatti, la situazione era ben diversa:
Quando una partita di calcio viene trasmessa in streaming su un sito web senza autorizzazione, ci sono due attori coinvolti: la parte che effettua la trasmissione e l’individuo che la sta guardando. Chi dei due sta infrangendo la legge? E quali sono le potenziali conseguenze?
Innanzitutto, chiunque trasmetta contenuti senza la dovuta autorizzazione sta commettendo un illecito. La legge specifica che “chi diffonde in maniera illecita, con intento di profitto, opere protette da diritti d’autore, è passibile di una pena detentiva da sei mesi a tre anni e di una multa che varia da 2.582 a 15.493 euro. Se, al contrario, la diffusione illecita avviene senza fini di lucro, la sanzione prevista è una semplice multa che oscilla tra 51 e 2065 euro”.
Pertanto, indipendentemente da come la si guardi, trasmettere una partita di calcio in streaming senza possedere i diritti televisivi può comportare una multa o, nel peggiore dei casi, anche la prigione.
Per quanto concerne il “visualizzatore”, vedere una partita su un sito non autorizzato non costituisce reato. Di conseguenza, se accendo il mio computer, visito un sito su cui so che potrebbero trasmettere la partita che mi interessa, la trovo e la guardo, non sto commettendo alcun reato. A meno che non lo si faccia con intento di lucro.
Guardare le partite in streaming è legale? Ecco cosa dice la nuova Legge anti-pezzotto
Secondo la nuova legge, è considerato reato lo streaming non autorizzato di eventi sportivi protetti da diritti d’autore. Ciò include partite di calcio, competizioni di tennis, gare di Formula 1 e altri eventi sportivi di rilievo.
Negli ultimi anni, il termine “come vedere le partite in streaming” è diventato uno dei metodi più popolari per seguire eventi sportivi in tempo reale. Tuttavia, la sua legalità è stata spesso messa in discussione. La nuova Legge anti-pezzotto ha lo scopo di fornire maggiore chiarezza su questo argomento delicato.
In data 08-08-2023 è entrata in vigore la nuova legge anti-pezzotto, la legge n°93 del 2023. I Siti pirata saranno oscurabili in 30 minuti. L’AGCOM ossia l’autorità garante per le comunicazioni avrà dei superpoteri di intervento più simili a quelli di un giudice che di un autorita amministrativa che le consentiranno di imporre alle società di comunicazioni, di oscurare entro massimo 30 minuti i siti pirata che trasmettono partite e altri contenuti protetti dal diritto d’autore.
Ma ciò che è più rilevante quasi ai limiti della costituzionalità, è che questo potere di intervento verrà eseguito, non già all’esito di un regolare processo o magare dando alla controparte il diritto di difendersi ma, su semplice richiesta delle società detentridici dei diritti come Dazn, Sky o la Lega di Serie A, tanto per fare qualche esempio.
Legge anti-pezzotto: cosa rischia chi trasmette e chi guarda contenuti pirata
La legge poi inasprisce le sanzioni: per i creatori dei siti pirata è previsto una multa che può arrivare fino a 15.000 euro e il carcere fino a 3 anni. Questa volta ci sono sanzioni salate anche per gli utenti, ossia per chi vede le partite illegali, infatti con la nuova legge ci sono sanzioni amministrative sino a 5.000 euro, non quindi reati ma il salasso del portafoglio.
Ma quindi, guardare le partite in streaming è legale? adesso purtroppo è illegale e si rischia una multa salatissima. Ma c’è una novità…
Siti streaming illegali: La Lega ha predisposto una piattaforma per la segnalazione dei siti illecitil

Entro settembre sarà predisposta una piattaforma dove dovranno essere raccolte tutte le segnalazioni dei siti pirata. La scelta del mese non è casuale, c’è in ballo l’approvazione dei diritti audio visivi della Serie A per i 3 o addirittura 5 anni a partire dal 2024.
Tuttavia, mentre il campionato sta per iniziare, i fornitori di servizi si trovano in una situazione problematica e incerti su come agire. Questo deriva dal fatto che, come delineato dalla legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, è richiesto almeno un semestre per organizzare adeguatamente la piattaforma.
In termini più elementari, la legge è già in vigore, ma non esiste ancora un metodo per implementarla per almeno sei mesi. La piattaforma stessa è complessa e alcune parti del testo legislativo possono prestarsi a interpretazioni vaghe.
Per esempio, “Con l’atto menzionato al comma 1, l’Autorità ordina anche l’interruzione di qualsiasi altro futuro nome di dominio, sottodominio, se tecnicamente fattibile, o indirizzo IP, a chiunque attribuibili, comprese le variazioni del nome o della semplice declinazione o estensione (cosiddetto dominio di primo livello), che permetta l’accesso ai contenuti diffusi illegalmente e a contenuti della stessa natura.”
Le variazioni del nome potrebbero innescare la chiusura di interi settori di dominio non correlati alla pirateria, creando problemi a terzi. La piattaforma dovrebbe funzionare in modo automatico, il che significa che i fornitori di servizi dovrebbero accogliere le richieste di blocco automaticamente, anche se ciò potrebbe interrompere i servizi legali per i loro utenti. Si tratta di un problema molto delicato.
La programmazione di un incontro tecnico tra tutte le parti coinvolte è un segnale promettente, nonostante l’ampio tempo necessario.
Tuttavia, emerge un dubbio: La Repubblica riferisce che la Lega Calcio, non contenta dei tempi prolungati, avrebbe “donato al Garante una propria piattaforma già pronta e funzionante“. Questa donazione sarebbe stata ufficializzata da un notaio a Roma e permetterebbe al Garante di ricevere segnalazioni dalla Lega su siti illegali, fornendo il loro indirizzo IP unico, e al Garante di comunicare immediatamente ai fornitori quali IP bloccare.
I fornitori, per legge, sarebbero obbligati a bloccare. Secondo la Lega, questo metodo sarebbe “rapido e già testato, evitando la necessità di ulteriori prove e potrebbe essere immediatamente operativo”. Tuttavia, persistono molte incertezze.
Chi ha creato questa piattaforma? Da dove proviene? Come funziona? I fornitori di servizi non hanno queste informazioni, eppure sono loro a dover effettuare il blocco. Se le comunicazioni vengono inviate tramite PEC, per esempio, questo implicherebbe che i fornitori dovrebbero adeguarsi a queste richieste, anche su turni, aumentando il carico di lavoro e richiedendo risorse che non tutti, in particolare i fornitori più piccoli, possono sostenere. La Lega avrà successo o sarà come negli anni precedenti?
Come guardare le partite in streaming con la nuova legge anti-pezzotto in vigore

Fatta le legge, trovato l’inganno. Con le tecnologie attuali basta veramente poco per mettere su altri server con IP differenti, quindi qualora il blocco venisse attuato, i tempi di attesa per un eventuale ripristino del sito e dell’infrastruttura pirata sarebbe veramente minimo. Ma tralasciando tutto ad oggi basta una semplice VPN per aggirare questi vincoli e rimanere al sicuro da occhi indiscreti. Ma cos’è una VPN? e quali sono i migliori servizi in circolazione?
Una VPN è un servizio che ti permette di creare una connessione sicura e crittografata tra il tuo dispositivo e un server remoto. Questo server agisce come intermediario tra te e Internet, nascondendo il tuo indirizzo IP reale e crittografando i dati che invii e ricevi. Ciò significa che le tue attività online diventano private e sicure, proteggendoti dagli occhi indiscreti e dalle minacce cibernetiche.
Le VPN funzionano creando un tunnel crittografato tra il tuo dispositivo e il server VPN. Quando navighi su Internet tramite una VPN, il tuo traffico passa attraverso questo tunnel, rendendo le tue attività virtualmente anonime. Inoltre, poiché la tua connessione sembra provenire dal server VPN anziché dal tuo dispositivo, puoi eludere le restrizioni geografiche e accedere a contenuti disponibili solo in determinate aree.
L’utilizzo di una VPN offre diversi vantaggi:
- Maggiore Privacy: Nascondendo il tuo indirizzo IP e crittografando i dati, le VPN proteggono la tua privacy online.
- Anonimato: La tua identità online è nascosta dietro l’indirizzo IP del server VPN.
- Accesso a contenuti limitati: Puoi accedere a servizi di streaming e siti web che potrebbero essere bloccati soltanto nella tua regione.
- Protezione da minacce online: Le VPN possono aiutare a prevenire attacchi informatici ed eventuali furti di dati.
NordVPN e Surfshark VPN sono i due migliori servizi VPN attualmente disponibili. Entrambi offrono funzionalità di sicurezza avanzate e una vasta rete di server in tutto il mondo. Entrambi i servizi offrono caratteristiche eccellenti, ma ci sono alcune differenze:
- Prezzo: Surfshark VPN tende ad essere più economico rispetto a NordVPN.
- Numero di Server: NordVPN ha una rete di server più ampia.
- Velocità: Entrambi garantiscono un’ottima velocità, ma le performance possono variare in base alla posizione del server.
- Connettività simultanea: Surfshark a differenza di NordVPN (6) da la possibilità ai propri utenti di utilizzare un solo account per proteggere infiniti dispositivi.
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Come vedere la Serie A e la Champions League a 5 euro al mese
Per evitare problemi legali, è consigliabile optare per servizi di streaming legali e autorizzati. Questi servizi offrono un’ampia gamma di contenuti sportivi a un costo accessibile, garantendo al contempo che i diritti d’autore vengano rispettati.
Per proteggerti dai rischi legali, evita siti web che offrono streaming di eventi sportivi in modo non autorizzato. Cerca piattaforme affidabili e autorizzate per goderti le tue partite preferite senza preoccupazioni.
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Conclusione
Le opinioni sulla Legge anti-pezzotto sono variegate. Mentre alcuni sostengono che sia un passo importante per proteggere i diritti d’autore e gli interessi finanziari dei detentori dei contenuti, altri la pensano diversamente.
In Italia persiste un’abitudine spiacevole: tendiamo a trascurare la realtà. Gli unici protagonisti vincitori nella lotta contro la pirateria (che, tuttavia, perdura) sono piattaforme come Netflix o Spotify, cioè applicazioni che puntano a offrire un’enormità di contenuti a prezzi contenuti.
Al contrario, noi sembriamo ancorati a sostenere un servizio privato con un modello economico bloccato agli anni ’90/’2000, investendo ingenti risorse pubbliche anziché orientarlo verso una struttura economica e sostenibile per tutti.
La circostanza più struggente è che si ignora ancora il fatto che oscurare qualcosa su internet risulta pressoché inefficace. Vorremmo assistere al tentativo di sanzionare oltre cinque milioni di utenti, il solo sforzo per individuarli costerebbe di più rispetto alle entrate generate dalle multe (che, tra l’altro, non verrebbero pagate da tutti visto che in Italia funziona cosi). Il tutto, vogliamo ricordarlo, allo scopo di tutelare un servizio privato.
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