Brave Browser negli ultimi anni è riuscita ad attirare tantissimi utenti proponendosi al pubblico come una valida se non migliore alternativa ai browser più famosi quali Google Chrome, Mozilla Firefox , Safari ecc. Parte di questa affermazione deriva dal fatto che loro si sono auto definiti come un Browser orientato alla privacy ed è per questo che viene sempre di più sostenuto dai proprietari e appassionati di criptovalute. Brave Browser è sicuro o almeno questo è quello che la maggior parte della community italiana pensa…sarà veramente cosi?
Nei prossimi paragrafi, ti forniremo una serie di informazioni dettagliate su questo browser. L’obiettivo è consentirti di fare una scelta consapevole, in base alle tue esigenze e preferenze, garantendoti la massima autonomia decisionale nella selezione del browser che meglio si adatta alle tue condizioni specifiche.
Indice dei contenuti
Brave Browser cos’è
Brave è un Browser open source completamente gratuito concepito principalmente per impedire la visualizzazione di annunci e il tracciamento da parte dei siti web.
Tra le caratteristiche distintive di questa applicazione, si evidenzia una notevole focalizzazione sulla tutela della privacy, la quale si configura ormai come uno degli elementi cruciali durante la navigazione online, sempre più esposta a potenziali minacce. Questo è quello che si legge su Internet ma è veramente cosi??
La storia travagliata dietro a Brave Browser
Brave Software, l’azienda dietro il browser omonimo, è stata fondata da Brendan Eich, noto come il creatore di JavaScript (ad oggi il linguaggio di programmazione più richiesto ed utilizzato) ai tempi di Netscape Communications e co-fondatore di Mozilla. Nel 2014 Brendan Eich è diventato CEO di Mozilla Corporation, ma si è dimesso dopo soli 11 giorni a causa di controversie legate a donazioni politiche contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Successivamente, ha creato Brave Software e ha ottenuto 2,5 milioni di dollari in finanziamenti anticipati entro la fine del 2015 e poi altri 4,5 milioni di dollari entro la metà del 2016.
Uno di questi primi investitori è stata Founders Fund, una società di venture capital (“forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita”) con sede a San Francisco e gestito niente meno che da Peter Thiel. Quest’ultimo non è altro che un miliardario noto per aver finanziato la causa legale di Hulk Hogan contro Gawker Media, evento che ha portato alla chiusura del sito e della sua azienda madre, poiché Gawker lo aveva precedentemente dichiarato gay.
Thiel è anche un sostenitore abituale di candidati politici di estrema destra e continua a finanziare progetti di “seasteading”, ovvero la creazione di città indipendenti galleggianti in acque internazionali (pensate a qualcosa come BioShock), progetti che in seguito hanno miseramente fallito.
La controversa strategia di Brave: annunci pubblicitari personalizzati e la disputa legale con la NAA
Brave Software inizialmente aveva intrapreso una strada diversa rispetto ai classici AdBlocker che si utilizzano oramai ogni giorno per bloccare le pubblicità su YouTube o su altri siti, proponendo una visualizzazione degli annunci pubblicitari a dir poco meschina.
Il piano originale di Brave prevedeva la rimozione della maggior parte degli annunci pubblicitari di terze parti dalle pagine web. Al loro posto, avrebbero introdotto delle unità pubblicitarie create da loro, in base ai dati raccolti direttamente dal browser. Le entrate generate sarebbero poi state suddivise con i creatori dei contenuti in questo modo: almeno il 55% delle entrate ai creatori dei contenuti, il 40% ai creatori di Brave Browser e una piccola percentuale agli utenti che utilizzavano il Browser.
Tuttavia, la Newspaper Association of America ha definito la sostituzione degli annunci come una pratica palesemente illegale, insistendo sul fatto che equivalevano ad una ripubblicazione di contenuti protetti dal copyright.
La Sperimentazione di Brave con la rete pubblicitaria BAT: successi e fallimenti
In seguito Brave, nel 2018, ha deciso di avviare una sperimentazione di una sua rete pubblicitaria coinvolgendo 1.000 utenti. Il programma premiava gli utilizzatori con delle criptovalute chiamate (BAT), in base al tempo dedicato alla visualizzazione di annunci e contenuti. Questi BAT venivano conservati in un portafoglio digitale o offerti agli editori come una sorta di sistema di incentivi. Il valore volatile della criptovaluta e la mancanza di benefici significativi hanno reso il progetto poco convincente e poco remunerativo. Se l’obiettivo era creare un sistema di pagamento più equo per i contenuti online, bisogna ammettere che ha fallito totalmente su questo fronte. Tuttavia, ha generato notevoli entrate per Brave, un aspetto positivo.
Brave nel mondo delle Criptovalute: successi, scandali e collaborazioni fallimentari
Il BAT di Brave era stato concepito come una criptovaluta, essendo un token ERC20 sulla blockchain di Ethereum. Questa caratteristica ha attratto un numero sempre più grande utenti: possessori e appassionati di criptovalute. Nel corso del tempo, Brave Software ha continuato a introdurre nuove funzionalità legate alle criptovalute, auto definendosi come il browser definitivo per le criptovalute e il web 3.0. Nel 2021, è stato introdotto un wallet di criptovalute completo, sostituendo quello originale basato su BAT. Questo portafoglio supportava i grafici di mercato in tempo storici e in tempo reale, facilitava l’invio e la ricezione di criptovalute, la gestione di NFT e l’interazione con applicazioni decentralizzate (Dapps).
Recentemente è emerso però che gran parte di questo ecosistema si affidava a startup sopravvalutate, scandali e vere e proprie truffe. Qui di seguito sono elencate alcune delle aziende, figure e organizzazioni coinvolte con Brave nel settore delle criptovalute:
- Brave ha promosso lo scambio di criptovalute FTX con un widget posizionato nelle nuove schede, invitando gli utenti a collegare i propri conti per visualizzare il saldo del conto ed esplorare eventuali novità di mercato. Nel Novembre 2022 FTX crollò a causa di una crisi di liquidità derivante dal massiccio ritiro di fondi da parte dei clienti. Tutto questo perché la piattaforma, secondo le accuse, avrebbe utilizzato miliardi di dollari provenienti dai clienti per finanziare operazioni rischiose condotte da Alameda Research, società di trading di criptovalute. Quando queste attività sono state scoperte, si è scatenato il crollo. Brave subito dopo ha rimosso il widget dal loro browser senza però chiedere scusa ai propri utenti.
- Nel 2022 Brave Browser ha collaborato con Crypto.com ma nel 2023 è emerso dal Financial Times che Crypto.com commerciava contro i clienti, nascondendo una serie enorme di licenziamenti.
- Brave ha poi collaborato con Gemini ma subito dopo quest’ultima fu accusata di offrire titoli non registrati e da allora le autorità competenti hanno iniziato ad indagare sulle affermazioni secondo cui Gemini avrebbe mentito ai propri clienti riguardo al fatto che i loro depositi erano assicuati dalla FDIC.
Brave Browser modificava gli URL per guadagnarci
Nel 2020, Brave è stato coinvolto in uno scandalo sulla privacy quando è emerso che aggiungeva il proprio codice affiliato a determinati URL inseriti nella barra degli indirizzi. Questa pratica fu scoperta scoperta da Cryptonator1337, esperto di marketing online e appassionato di criptovaluta e poi condivisa su Twitter.
Nonostante le scuse di Brendan Eich e la disattivazione della funzionalità, tutto questo solleva dei forti dubbi sulla reale attenzione alla privacy del Browser Brave.
In conclusione, Brave Browser è l’apparato di un’azienda pubblicitaria, un’esperienza gonfia e complicata per l’utente medio e il progetto personale di chi è stato cacciato da Mozilla per difendere donazioni politiche dannose. Se cerchi un browser orientato alla privacy, utilizza Firefox o Vivaldi. Se desideri sostenere i tuoi creatori di contenuti preferiti, attiva gli annunci o supportali attraverso i metodi che già utilizzano (Patreon, Ko-Fi, ecc.). Brave Browser è irredimibile e non dovresti usarlo in nessuna circostanza.
Brave Browser installa i servizi VPN senza il consenso dell’utente
Se sul tuo PC hai installato Brave Browser, probabilmente avrai anche tu i servizi Brave VPN sul tuo sistema. Questi servizi vengono aggiunti da Brave senza richiedere il consenso dell’utente.
Per chi non lo sapesse, Brave Browser mette a disposizione degli utenti un Firewall aggiuntivo e una VPN a soli 10 euro al mese. Questa offerta, nata dalla collaborazione tra Brave Software e Guardian (la società dietro la soluzione VPN e firewall), è stata lanciata nel mezzo del 2022.
Va notato che Brave Software non è l’unico produttore di browser a integrare una VPN nel proprio prodotto. Mozilla, creatore di Firefox, ha collaborato con Mullvad per lanciare Mozilla VPN nel 2020.
In un prossimo aggiornamento, Brave intende risolvere il problema legato all’installazione automatica dei servizi legati alla VPN, garantendo che vengano installati solo dopo l’acquisto effettivo della VPN da parte dell’utente. L’azienda però rassicura che i servizi VPN sono impostati di default su “Manuale” e non si attiveranno senza l’intervento dell’utente. Inoltre, ci rassicura che nessun dato viene inviato a Brave attraverso questi servizi.
Indipendentemente dall’utilizzo effettivo della VPN, non è assolutamente corretto installare dei servizi aggiuntivi senza il consenso degli utenti, soprattutto se ti auto proclami come un browser attento alla privacy.
Se sul tuo PC è presente Brave Browser, puoi verificare la presenza di questi servizi seguendo le indicazioni riportate qui di seguito:
- Vai su Start e digita “Esegui“.
- All’interno dell’apposito riquadro digita services.msc per aprire la Gestione dei servizi di Windows.
- Scorri fino alla sezione Brave.
- Verifica la presenza di questi due servizi: Brave Vpn Service (BraveVpnService) e Brave Vpn Wireguard Service (BraveVpnWireguardService)
- Se dovessero essere presenti, significa che Brave ha installato questi due servizi sul tuo dispositivo senza il tuo consenso.
Entrambi i servizi non hanno una descrizione. Possiamo notare che il tipo di avvio è impostato su Manuale e questo significa che entreranno in funzione solo se l’utente li attiva manualmente.
Se desideri disattivarli è sufficiente seguire le indicazioni riportate qui di seguito:
- Individua il servizio Brave Vpn Service (BraveVpnService)
- Fai un click con il tasto destro del mouse su di esso e dal menù seleziona la voce “Proprietà“.
- Cambia il tipo di avvio da Manuale a Disabilitato.
- Clicca quindi su Applica e poi su Ok.
- Ripeti la procedura per il secondo servizio VPN.
Se non hai sottoscritto l’abbonamento a Breve Browser (VPN + Firewall) disattivare questi servizi è sicuramente la soluzione migliore (esclusa la disinstallazione ovviamente) ma attenzione, un eventuale aggiornamento non esclude una loro riabilitazione, pertanto ti consiglio di monitorare sempre questi due servizi, ogni qualvolta è disponibile una nuova versione del browser.
Considerazioni finali
La storia di Brave Browser è complessa e controversa. Da un lato, ha attirato molti utenti proponendosi come una valida alternativa orientata alla privacy rispetto ai browser più noti. Tuttavia, la sua storia travagliata, dalle controversie legate al fondatore Brendan Eich alla disputa legale con la NAA sulla sostituzione degli annunci pubblicitari, solleva dubbi sulla sua autentica attenzione alla privacy.
La sperimentazione della rete pubblicitaria BAT ha avuto successi limitati, con benefici poco convincenti per gli utenti. Inoltre, le collaborazioni con aziende nel mondo delle criptovalute, come FTX e Crypto.com, sono state segnate da scandali e truffe, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e l’affidabilità di tali partenariati.
Il coinvolgimento di Brave nel modificare gli URL per guadagnare è stato uno scandalo sulla privacy, anche se è stato successivamente disattivato. L’installazione dei servizi senza il consenso dell’utente ha di nuovo acceso la miccia sulla reale dedizione di Brave alla tutela della privacy. Adesso spetta a voi decidere, sulla base di tutte queste informazioni, se continuare ad utilizzare questo Browser o sceglierne un altro.
In conclusione, Brave Browser sembra essere più un progetto di un’azienda pubblicitaria che un browser orientato alla privacy (almeno per il momento, sulla base delle informazioni condivise). L’esperienza utente è descritta come complicata, e la storia dell’azienda solleva preoccupazioni sulla sua integrità.
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